Il 7 luglio scorso, l'Unione Europea ha prorogato di due anni la norma che prevede la possibilità di inserire nelle etichette delle bottiglie di olio extravergine d'oliva informazioni aggiuntive utili per il consumatore.
Si tratta della specificazione delle proprietà organolettiche dell'olio extravergine, che verrebbe così qualificato per le sue caratteristiche: olio extravergine "fruttato", olio extravergine "amaro" o olio extravergine "piccante". La Coldiretti si è subito pronunciata contro la proroga ad una norma che limiterebbe la possibilità di rendere le etichette sempre più chiare, a ovvio beneficio dei fruitori.
Si tratta della specificazione delle proprietà organolettiche dell'olio extravergine, che verrebbe così qualificato per le sue caratteristiche: olio extravergine "fruttato", olio extravergine "amaro" o olio extravergine "piccante". La Coldiretti si è subito pronunciata contro la proroga ad una norma che limiterebbe la possibilità di rendere le etichette sempre più chiare, a ovvio beneficio dei fruitori.
La Coldiretti specifica, poi, come il problema della trasparenza della etichetta dovrebbe estendersi anche all'indicazione chiara della provenienza delle olive e non solo al luogo di commercializzazione; si eviterebbe così, come è già accaduto, che il consumatore compri una bottiglia di olio italiano, essendo del tutto ignaro che, in realtà, è stato ottenuto dalla spremitura di olive di altre nazioni.
Da tutto ciò si evince come, se non si prendono provvedimenti in tal senso, il commercio del nostro olio, rinomato e apprezzato prodotto del made in Italy di qualità, potrebbe subire dei seri danni. La Coldiretti auspica perciò che l'Italia aderisca presto all'attuazione della legge 204/2004, che obbliga di specificare sull'etichetta la provenienza del prodotto, come del resto è già avvenuto a partire dal 15 giugno per la passata di pomodoro, altro prodotto tipico della nostra dieta mediterranea.