Siciliani, componente della giunta della Confagricoltura, ha sottolineato che nella campagna 2005/06 si sono importate 450.000 tonnellate di olio d’oliva, contro le 425.000 dell’anno precedente, di cui il 68% extravergine, proveniente essenzialmente dalla Spagna, seguita da Tunisia e Grecia.
Anche le esportazioni sono aumentate, registrando un +5% in quantità e un +16% in valore, rispetto al 2004. Le esportazioni sono aumentate considerevolmente verso i Paesi della Unione Europea  che hanno fatto registrare un +9,2% in totale. I paesi verso i quali l'Italia esporta sono principalmente Germania, Francia e Regno Unito.

L'incremento delle esportazioni verso i paesi extraeuropei è stato dello 5,5%, ed i questo caso i nostri migliori clienti sono Stati Uniti, Giappone e Canada.

Confagricoltura ha ben chiara la ricetta per vincere la competitività del mercato dell'olio di oliva. Ridurre i costi di produzione; migliorare la qualità, attraverso la ricerca e le innovazioni tecnologiche, agire in maniera decisa sulla concentrazione dell’offerta e la valorizzazione del prodotto; creare un maggior coordinamento con le fasi della trasformazione e della commercializzazione; garantire la tracciabilità delle produzioni.

“In Italia – ha detto  Carlo Siciliani, intervenendo al convegno dell’Unaprol – la produzione da qualche anno è stabile, con un trend lievemente crescente. I consumi salgono. Ma aumentano anche le importazioni. [...] Ma occorre migliorare la nostra capacità di penetrazione nei mercati esteri sfruttando soprattutto l’immagine del nostro ‘made in Italy’.”
“Per fare questo – ha aggiunto – dobbiamo misurarci più sul piano della qualità e che su quello del prezzo; creare gli strumenti per soddisfare le richieste provenienti dal mercato estero e dalla grande distribuzione. E soprattutto evitare il perpetuarsi di trasferimenti di proprietà di importanti marchi nazionali in mani spagnole, con conseguente maggiore difficoltà e minore interesse per la valorizzazione del prodotto nazionale.”