Semplicemente nulla! O meglio, avrebbe un senso qualora la pigiatura avvenisse ancora  come tanti anni fa, quando l’impiego del frantoio  richiedeva  un’opportuna seconda spremitura; non esiste dunque un olio extra vergine di seconda spremitura. Sarebbe bene dunque diffidare dalle etichette che riportano un tale tipo di messaggio, ingannevole per il consumatore, che in questo modo viene portato a credere che si tratti di un olio extra vergine d’oliva ottenuto con antichi sistemi. 

Allora, se l’olio extra vergine d’oliva è tale anche in quanto prodotto della prima spremitura, perché mettere in etichetta un dato ridondante? Spesso rievocare il passato, specie quando si tratta di prodotti alimentari, contribuisce a conferire al prodotto un' immagine di genuinità e bontà, peraltro non sempre vera, o quanto meno non in tutti i casi. Quindi occhio alle etichette, badando piuttosto a tutto ciò che fornisca reali e utili informazioni sull’olio extra vergine d’oliva che stiamo acquistando.